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Appello delle Associazioni Ambientaliste

APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E CULTURALI DELLA PROVINCIA DI  SIRACUSA CONTRO IL REINTEGRO DI ORAZIO MICALE QUALE SOPRINTENDENTE DI SIRACUSA

Abbiamo appreso da qualche giorno che il giudice del lavoro di Siracusa ha disposto il reintegro di Orazio Micali nel ruolo di Soprintendente di Siracusa.

Micali era stato rimosso dall'incarico di soprintendente nel 2013, nell’ambito della rimodulazione della struttura del Dipartimento,  dall'allora assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Mariarita Sgarlata. Ma già prima era stato oggetto di vivaci contestazioni, culminate nell’appello delle associazioni ambientaliste e di molti intellettuali siciliani, che ne avevano denunciato l’opera in quanto nella sua qualità di dirigente aveva volontariamente e pervicacemente bloccato tutte le iniziative per l'approvazione del piano paesaggistico e per la perimetrazione del parco archeologico; aveva inoltre dato il nullaosta per la realizzazione di nuovi insediamenti in aperto contrasto con quanto disposto dal piano paesaggistico provinciale adottato e spesso anche in contrasto con le istruttorie più attente del Suo stesso ufficio.

La richiesta di revoca dell'incarico,  invocata  dalle più importanti realtà dell'associazionismo siracusano per le numerose irregolarità commesse da Micali nell’espletamento delle sue funzioni, veniva  motivata anche dal comportamento del funzionario, privo di capacità di confronto, lesivo per le garanzie dell’accesso agli atti - pervicacemente sempre rifiutato - con una azione mirata al dispregio della tutela e salvaguardia del territorio, dei beni archeologici e monumentali della Provincia di Siracusa.

Contro la sua rimozione dall'incarico, all'epoca, sono invece insorti alcuni professionisti legati ai maggiori costruttori della città.
L'assessore Sgarlata aveva successivamente nominato soprintendente di Siracusa Beatrice Basile, che al momento dell'insediamento aveva annunciato una svolta nella gestione del patrimonio archeologico e paesaggistico della città, da troppo tempo posto sotto assedio dalla cementificazione selvaggia e dall'abusivismo edilizio.

Il più importante atto del nuovo soprintendente è stata la perimetrazione del parco archeologico di Siracusa, rimasta bloccata per decenni, perimetrazione decretata dall'assessore Sgarlata il 3 aprile scorso, prima di lasciare il suo incarico per ricoprire il ruolo di assessore al territorio e ambiente. Alcuni, esercitando indebite pressioni sul governo regionale, hanno perfino tentato di bloccare all’ultimo momento la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto di perimetrazione, con l’intento di “salvaguardare” nuove iniziative di edificazione in prossimità del parco archeologico.

La decisione del giudice del lavoro e il reintegro del dott. Micali rischiano di far ripiombare Siracusa nell'affarismo dei decenni scorsi e di rendere vane tutte le azioni di tutela intraprese negli ultimi mesi dalla Soprintendenza di Siracusa. Uno degli aspetti che preoccupano maggiormente le realtà più impegnate nella tutela del territorio, inoltre, è la coincidenza del possibile reintegro del dott. Micali con l'avvio dell'iter di revisione dei PRG di Siracusa e del territorio, dal quale scaturiranno le linee per lo sviluppo della città dei prossimi anni.

Le associazioni ambientaliste e numerose espressioni della società civile si stanno muovendo in queste ore per chiedere al Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, di non sottovalutare i profili di incompatibilità ambientale che provocherebbero forti tensioni fra il dott. Micali e parte della società civile di Siracusa e del suo territorio.

Chiediamo inoltre che si faccia carico di una soluzione che, nel rispetto della sentenza, salvaguardi la continuità dell’opera intrapresa dall’attuale Soprintendente, sia per l'accelerazione impressa alle iniziative di tutela e salvaguardia del territorio, sia per il clima di collaborazione e confronto instaurato nei rapporti con i collaboratori e con la società civile.

Vogliamo ricordare al presidente Crocetta che nello spirito innovativo della sua azione di governo, orientato alla trasparenza e alla legalità, non è tollerabile che a capo di una  soprintendenza prestigiosa come quella di Siracusa possa essere collocato un funzionario che purtroppo ha recentemente arricchito il suo curriculum con una condanna in primo grado per reati commessi nell’ambito delle sue funzioni di dirigente dell’Unità Operativa Beni Paesaggistici di Messina.

In questo momento cruciale per la città, intendiamo sensibilizzare il numero più elevato di persone che conoscono ed hanno imparato ad amare Siracusa, perché assicurino il proprio sostegno alla difesa del suo patrimonio culturale attraverso la salvaguardia delle tradizioni di quella che fu un tempo una delle più grandi Soprintendenze d’Italia.

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